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  • La CMSi sottoscrive il Comunicato Scuole su Progetto Pfizer - 16 Ottobre 2023

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La CMSi sottoscrive il Comunicato Scuole su Progetto Pfizer - 16 Ottobre 2023

Gentile Dirigente Scolastico,
Gentile Presidente del Consiglio di Istituto,
Gentili Docenti,

Vi scriviamo in rappresentanza di un nutrito gruppo di psicologi e di associazioni professionali, diffuso su tutto il territorio nazionale, aggregatosi in vista dell'approvazione del nuovo Codice Deontologico degli Psicologi. Le nostre azioni vanno a favore della tutela dei diritti dei bambini, dei ragazzi, della cittadinanza tutta e non solo della categoria.


Con il presente comunicato, in qualità di psicologi e professionisti della salute mentale, intendiamo sensibilizzare e sollecitare la scuola a tutelare i propri alunni, ponendo un argine alla situazione che esponiamo qui di seguito, che riteniamo essere assai preoccupante.


Abbiamo appreso dalle testate giornalistiche e da un intervento al Festival digitale popolare del 7 Ottobre 2023 a Torino, che Pfizer Italia, in collaborazione con la Fondazione Golinelli e la Fondazione Media Literacy, porteranno un progetto nelle scuole contro la disinformazione e “per una migliore alfabetizzazione medico-scientifica di studenti e professori”.

Dall’intervento sul progetto presentato al Festival digitale popolare, nel quale è stato negato il contraddittorio richiesto più volte da persone tra il pubblico, abbiamo appreso che Pfizer vorrebbe “istruire” gli studenti su come discernere le informazioni corrette dalle fake news, affidandosi anche ai fact checker. Pfizer ha parlato di come, durante la pandemia, i social siano diventati un veicolo di fake news e dell’importanza di controllarli al fine di far circolare la corretta informazione.


La notizia, rispetto alla quale non è stato fatto alcun comunicato ufficiale né da parte della casa farmaceutica né dalle fondazioni che vi collaborano, ci appare a dir poco paradossale, soprattutto considerando gli oscuri trascorsi e il pessimo curriculum giudiziario del gigante farmaceutico Pfizer, il quale, come è noto, si è macchiato negli anni di numerosi e gravi reati contro la persona, anche ai danni di minori(1). 
1 Ci riferiamo ai fatti accaduti in Nigeria e legati alla sperimentazione illegale del Trovan, a causa della quale un centinaio di bambini sono rimasti ciechi o paralitici, hanno sviluppato malformazioni oppure sono morti; poi ai casi relativi ai farmaci Zoloft (somministrato a donne in gravidanze nonostante il rischio di malformazioni fetali), Protonix (anche in tal caso per l’uso off-label), Neurontin, Bextra, Zyvox e via discorrendo. Inoltre, la Pfizer ha già totalizzato 47 condanne e nel 2009 ha dovuto pagare una multa di 2,3 miliardi di dollari per marketing fraudolento, definita dallo stesso Governo degli Stati Uniti “la più grande sanzione per frode sanitaria nella storia del Dipartimento di Giustizia”
https://www.justice.gov/opa/pr/justice-department-announces-largest-health-care-fraud-settlement-itshistory


Il caso odierno spinge nuovamente più avanti la linea di confine: ci chiediamo sulla base di quale criterio pedagogico ed etico una multinazionale americana, la Pfizer, peraltro in evidente conflitto di interessi, visto l’innegabile ritorno economico e d’immagine, dovrebbe occuparsi dell’alfabetizzazione scientifica di docenti e studenti italiani, per lo più minorenni, arrogandosi l’autorità di stabilire e insegnare che cosa sarebbe una fake news e che cosa invece “buona” scienza.
Più che di divulgazione scientifica, questa ci appare una palese operazione di marketing e una forma di pressione inaccettabile da parte di un’azienda privata, che arriva addirittura a giustificare la censura.


La commistione di interessi pubblici e privati non è purtroppo una novità in ambito scolastico: da molti anni vediamo una penetrazione sempre più profonda di enti e di aziende private di diversi settori produttivi che promuovono i loro prodotti o le loro idee nelle classi con il pretesto di “progetti educativi” relativi a una sana alimentazione, a salutari abitudini di vita, all’alfabetizzazione economica ecc., allo scopo in realtà di “educare” i giovani a comportamenti funzionali non al loro benessere o alla loro crescita, ma alle esigenze del mercato.
Ci sembra assai grave che nemmeno di fronte alle scuole e ai ragazzi si fermino il condizionamento del mercato e la ricerca del profitto e che, anzi, proprio bambini e ragazzi diventino uno dei principali bersagli delle strategie di marketing.


Vorremmo quindi evidenziare i rischi di tale operazione, che vede Pfizer come portatrice – o addirittura come l’unica detentrice – della corretta informazione scientifica. 


Riteniamo oltremodo preoccupante l’idea di affidare l'educazione scientifica dei nostri ragazzi alle aziende farmaceutiche, che hanno imperniato tutta la loro politica commerciale sull’ampliamento del mercato, includendo sempre più ampie fasce di utenti come consumatori potenziali per i loro prodotti. In questa strategia commerciale rientra il disease mongering(2), ovvero la mercificazione della malattia e l’incoraggiamento all’uso di farmaci non necessari. Ne è un esempio l’aumento di diagnosi psicopatologiche e psichiatriche tra i giovani e il consumo indiscriminato di prodotti farmaceutici, pur in assenza di chiare patologie.

2 Sul disease mongering è illuminante il documentario della RAI Inventori di malattie di Silvestro Montanaro.

L’intromissione di corporation private dentro scuole superiori e università configura un altissimo rischio di patologizzazione della normalità, funzionale ad alimentare il mercato del farmaco, perché produce, in risposta a presunte patologie, “cure” farmacologiche che spesso hanno come bersaglio principale i minori. 
Già ora l’abuso di farmaci e psicofarmaci è un problema per molti studenti e spesso in passato sono intervenute le ASL nelle scuole per arginare il fenomeno.

La modalità con cui viene messo in atto questo progetto da parte di Pfizer non sembra parlare tanto di informazione quanto di indottrinamento e di manipolazione, con il forte rischio di compromettere il naturale sviluppo del pensiero critico e dell’autodeterminazione dei ragazzi e la salvaguardia della loro identità di soggetti in via di sviluppo, con possibili gravi ricadute sulla loro crescita.


Ci domandiamo per quali ragioni non dovrebbe essere la scuola ad occuparsi dell’informazione scientifica da trasmettere ai propri allievi, avendone tutti i requisiti e il mandato istituzionale, invece di un ente esterno e totalmente estraneo al loro contesto di sviluppo.
Consideriamo, inoltre, che l’approccio scientifico richiede indipendenza da condizionamenti economici e possibilità di contraddittorio. Questi elementi implicano la ricerca di fonti diverse di informazione al fine di maturare un pensiero critico e sono necessari allo sviluppo di una capacità di analisi individuale dei dati proposti. Lo sviluppo di tali capacità rientra tra i compiti della scuola, che non possono essere affidati a chi non può garantire l’imparzialità o addirittura teorizza la necessità di qualsivoglia forma di censura.


L’iniziativa di Pfizer è concomitante all’eliminazione, dal nuovo Codice Deontologico degli Psicologi, dell’obbligo di consenso informato dei genitori per le prestazioni psicologiche non sanitarie nelle scuole. E poiché non è stato chiarito quali soggetti saranno incaricati di recarsi effettivamente nelle scuole e nelle università per le attività di “alfabetizzazione medico-scientifica” previste dal progetto, non ci stupirebbe che in un futuro non troppo lontano anche noi psicologi potremmo essere coinvolti in analoghi compiti di indottrinamento, senza la necessità di alcun consenso informato da parte dei genitori, in nome di quella scienza dei protocolli e delle linee guida internazionali esplicitamente citati nella nuova versione del Codice
Deontologico degli Psicologi.


Per tutte le ragioni sopra esposte, al fine della salvaguardia dei ragazzi e del valore dell’istruzione che viene loro trasmessa, esortiamo la scuola a riappropriarsi del suo fondamentale ruolo educativo, sottraendosi all’ingerenza di corporation private che invadono pesantemente e in maniera aggressiva i luoghi di crescita, anche e soprattutto quando tali proposte potrebbero essere accompagnate da finanziamenti. La salute fisica e psicologica degli alunni va protetta dal rischio di un’esposizione diretta a pressioni indebite da parte delle aziende, a maggior ragione se si autoproclamano espressione imparziale e autorevole del sapere scientifico.


Ci auguriamo che le istituzioni pubbliche e gli Ordini professionali degli Psicologi e dei Medici facciano sentire la loro voce.


Ci dichiariamo disponibili alla possibilità di attivare con Voi un dialogo costruttivo sull’argomento, Vi ringraziamo per l’attenzione e Vi invitiamo a diffondere il presente Comunicato ai docenti del vostro istituto.


Ci riserviamo di inviarVi nuovamente il documento nei prossimi giorni, con le firme di
tutti coloro che via via lo stanno sottoscrivendo.
Cordialità.


Dr.ssa Luisa Benedetti - Psicologa, Veneto, Comitato Nazionale Psicologi EDSU
Dr.ssa Silvana Bonanni - Psicologa Clinica, Lombardia, Comitato Nazionale
Psicologi EDSU
Dr. Adriano Carità - Psicologo e Psicoterapeuta, Lombardia, gruppo Psicologi per le
Libere Scelte e la Deontologia
Dr.ssa Clara Curtotti - Psicologa e Psicoterapeuta, Comitato Nazionale Psicologi
EDSU
Dr. Mario D’Andreta - Psicologo e Consulente per lo sviluppo organizzativo,
Comitato Nazionale Psicologi EDSU
Dr.ssa Katia Di Ciommo - Psicologa e Psicoterapeuta, Piemonte
Dr.ssa Simona Di Stefano - Psicologa e Psicoterapeuta, Lazio
Dr.ssa Felicia Firpo - Psicologa e Psicoterapeuta, Liguria, Associazione
ContiamoCi!
Dr.ssa Miriam Gandolfi - Psicologa e Psicoterapeuta, Alto Adige, Responsabile
scientifico di Officina del Pensiero Bolzano-Trento
Dr.ssa Nakissa Amir Golestani - Psicologa e Psicoterapeuta, Coordinamento
SinergEtica - Movimento di Libera Psicologia
Dr.ssa Flavia Longo - Psicologa Clinica, Iscritta all’Albo degli psicologi della
provincia di Trento
Dr.ssa Barbara Lucidi - Psicologa, Lazio, Responsabile Nazionale della Consulta
Psicologi nell’Associazione ContiamoCi!
Dr.ssa Elisa Molino - Psicologa e Psicoterapeuta, Piemonte, gruppo
Coordinamento Psicologi, Psicologi per le Libere Scelte e la Deontologia,
Associazione ContiamoCi!
Dr. Salvatore Davide Mundanu - Psicologo e Psicoterapeuta, Lazio, Comitato
Nazionale Psicologi EDSU
Dr.ssa Lavinia Nera - Psicologa forense, Lazio, Comitato Nazionale Psicologi
EDSU
Dr.ssa Grazia Parente - Psicologa e musicoterapeuta, Bolzano
Dr.ssa Monica Perricone - Psicologa e Psicoterapeuta, Sicilia, Presidente
dell’Associazione DallaStessaParte
Dr.ssa Nadia Fiorenza Rizzolari - Psicologa e Psicoterapeuta, Piemonte
Dr.ssa Antonella Sagone - Psicologa, Lazio, Comitato Nazionale Psicologi EDSU
Dr.ssa Patrizia Scanu - Psicologa e Gestalt Counselor, Piemonte, SinergEtica -
Movimento di Libera Psicologia
Dr. Massimo Soldati - Psicologo e Psicoterapeuta, Lombardia, gruppo Psicologi per
le Libere Scelte e la Deontologia e Comitato Nazionale Psicologi EDSU
Dr. Alessandro Vimercati - Psicologo, Lombardia, Associazione ContiamoCi!
Dr.ssa Monica Zentellini - Psicologa e Psicoterapeuta, Lombardia, gruppo
Psicologi per le Libere Scelte e la Deontologia, Comitato Nazionale Psicologi EDSU
Dr.ssa Alessia Zimei - Psicologa e Psicoterapeuta, Lazio, Associazione
ContiamoCi!
Tra gli psicologi del gruppo Il NO che UNISCE

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CMS - 20231016 - Comunicato Scuole su Progetto Pfizer.pdf (4.38 MB)